La piattaforma “Chi odia paga” offre supporto alle vittime di hate speech e cyberbullismo, permettendo di denunciare subito un attacco
Un algoritmo ti dice se sei stato vittima di odio online
La piattaforma “Chi odia paga” offre supporto alle vittime di hate speech e cyberbullismo, permettendo di denunciare subito un attacco
Il logo di Chi odia paga
Il logo di Chi odia paga
Le vittime di cyberbullismo, revenge porn, stalking, hate speech e diffamazione online potranno contare su Chi odia paga (Cop), un nuovo alleato pronto a offrire sostegno e difesa. Dopo che Odiare ti costa ha aperto la strada impegnandosi ad applicare il codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio on-line, sottoscritto tra la Commissione europea e le principali piattaforme social, Cop ha deciso di rispondere alla chiamata del governo italiano, all’interno dell’iniziativa Repubblica digitale, e mettere anch’essa a disposizione gratuitamente la propria piattaforma online.
Sui siti internet di Odiare ti costa e di Chi odia paga le vittime dell’odio online potranno inviare la loro richiesta d’aiuto tramite la compilazione di un apposito form. Il sito di Chi odia paga fornirà immediatamente un feedback automatizzato che informerà gli utenti se i commenti ricevuti online possono essere legalmente sanzionabili o meno.
Il riscontro è basato su un algoritmo grazie al quale l’utente scopre se effettivamente è stato vittima di un reato e, in quel caso, di quale reato si tratti. Nel caso ci siano gli estremi per procedere legalmente, l’intelligenza artificiale del sito suggerirà all’utente di prendere contatto con un avvocato per procedere. L’algoritmo è stato istruito con oltre 1.500 sentenze passate e la consulenza di avvocati specializzati in reati online in modo da poter distinguere correttamente quando si tratti di reato e di informare l’utente con un linguaggio comprensibile.
Nei prossimi mesi Cop metterà al servizio del cittadino ulteriori strumenti tecnici e legali necessari per difendersi dai reati d’odio online in maniera facile, sicura ed economica.
Per Francesco Inguscio, fondatore di Chi odia paga, “la denuncia è l’ultima difesa da usare contro l’odio, la prima si chiama educazione e deve essere sostenuta supportando tutte le associazioni che fanno sensibilizzazione e formazione su questi temi”.