Coronavirus, consegne a casa e film online: la reazione di librerie e cinema indie

«Se la gente non viene, i libri li portiamo noi». È questa la risposta alla chiusura, forzata dall’ emergenza coronavirus, del team di librai di Verso, libreria milanese indipendente di porta Ticinese, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo. Sono stati i clienti più affezionati del caffè letterario a chiedere al personale di trovare una soluzione: «I nostri clienti ci chiamavano per dire che, per precauzione, non sarebbero venuti a ritirare i libri e quindi abbiamo deciso di lanciare l’iniziativa “Verso pedala”», dice Antonio, il responsabile dell’organizzazione degli eventi della libreria.

Anche gli affezionati del cinema Beltrade non hanno voluto rinunciare alla loro sala preferita: «In questa situazione di emergenza, gli spettatori ci hanno chiesto come potevano sostenerci. Abbiamo deciso di provare con una piattaforma online, su Vimeo, per avere sul sito i film in programmazione», spiega Monica Naldi, che gestisce il cinema insieme a Paola Corti. Una soluzione già adottata da alcune sale europee, come complemento al grande schermo dal vivo. Dopo la chiusura è cambiato tutto, anche i film in calendario: «Nessun produttore vuole dare un film in esclusiva a una piccola piattaforma come noi. Abbiamo deciso di lavorare con piccoli distributori indipendenti». Cosi sono partite le campagne social “Il Beltrade sul sofà” e “Adotta un biglietto responsabile”: «Abbiamo previsto varie fasce di prezzo, 9 euro per i sostenitori, fino a scendere a 1,70 euro per il biglietto solidale. Per ora abbiamo venduto 122 biglietti digitali».

Il libraio Gigi con le sue prime consegne davanti alla libreria Verso, prima del decreto “Io resto a casa”(Instagram)

La prima consegna a domicilio della libreria Verso l’ha fatta Luigi, uno dei dipendenti. Con le nuove misure del decreto “Io resto a casa”, in vigore dall’8 marzo, le consegne sono possibili solo per il personale autorizzato: «Abbiamo contattato un bike messenger di professione. Anche lui è in difficoltà perché non ha tanto lavoro. Lui può muoversi, noi cosi possiamo continuare a vendere libri». Le consegne sono programmate due volte a settimana, con un aumento delle richieste negli ultimi giorni: «Ci arrivano ordini su qualsiasi canale, è molto complicato perché non ci siamo in libreria fisicamente. Facciamo una decina di consegne per volta», dice Antonio.

La cultura non si ferma – La cultura in Italia non si è fermata. Lo hanno dimostrato le iniziative di molti musei, artisti, associazioni e attività commerciali che hanno aderito alla campagna del ministero dei Beni culturali. Ma i provvedimenti contro il coronavirus di Governo e Regioni, hanno messo in ginocchio, come prevedibile, l’intero settore commerciale. «Purtroppo le entrate sono precipitate, una calata a picco incredibile. Siamo molto preoccupati», dice Antonio, «in una videoconferenza abbiamo parlato ieri di un possibile rilancio ma nessuno intravede una luce in fondo al tunnel». Intanto la libreria prosegue con il suo caffè letterario, «un’attività che portava tutti i giorni clienti in libreria», su Instagram: tutti i giorni alle 19, gli incontri cancellati a causa del coronavirus si trasformeranno in un videomessaggio degli scrittori sul social.

La rete contro le difficoltà– Le stesse difficoltà e prospettive sono condivise da Paola Corti e Monica Naldi, che gestiscono la sala indipendente ricavata dagli spazi inutilizzati della parrocchia Santa Maria Beltrade, metro Pasteur. «Siamo chiusi dal 24 febbraio. Abbiamo lanciato l’iniziativa “Beltrade sul sofà”, anche per sensibilizzare il pubblico che non si accorge di questa parte di cultura». La filiera del cinema indipendente, come tante realtà imprenditoriali culturali di nicchia, è una delle più in difficoltà, il futuro era incerto anche prima dell’emergenza sanitaria. ll Covid-19 ha affossato le entrate. Le sale indipendenti lavorano in modo autonomo rispetto ai grandi distributori, che spesso chiedono cifre inaccessibili e più settimane di calendarizzazione per le nuove uscite. Per affrontare la crisi coranavirus Corti e Naldi, hanno deciso di unire le forze con altre sale indipendenti: «stiamo lavorando per creare un network con altre sale indipendenti e, magari, creare una piattaforma condivisa per il futuro». Tra le sale che stanno facendo rete ci sono il Postmodernissimo di Perugia, l’Eden di Brescia, l’Orione di Bologna. Anche le librerie stanno intraprendendo un percorso di avvicinamento: «È molto bello il confronto che sta nascendo anche con le librerie di altre città, ci scambiamo consigli e si sta creando una rete sia tra librerie che tra librai ed editori, perché ci troviamo sulla stessa barca», dice Antonio della libreria Verso.

Danni e cure – I danni al settore della cultura e dello spettacolo per il momento sono incalcolabili, secondo le più importanti associazioni di categoria come Agis, Anec e Federvivo. Intanto con il decreto “Cura italia“, in vigore dal 18 marzo, il governo ha preso alcuni provvedimenti ad hoc per le sale cinematografiche e i teatri. In particolare «sono previsti rimborsi con voucher per i biglietti di spettacoli annullati a seguito dell’emergenza Covid-19 con validità di un anno dal momento di emissione». Le richieste di rimborso in denaro sono invece vietate. Per tutte le attività commerciali del settore culturale, il decreto prevede invece la «sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria»